Il colore e la sua percezione

Cercando la definizione di colore su un qualsiasi dizionario possiamo scoprire due definizioni: la prima, data dagli scienziati, afferma che il colore è una percezione di luce riflessa da un oggetto sui nostri occhi, l'altra, riferita da pittori e artisti, dice che il colore è una sostanza usata per dipingere. Dato che questi ultimi dovrebbero parlare di “pigmento cromatico” esamineremo più a fondo la prima delle due.

Il colore è la percezione visiva generata dagli impulsi che la retina invia al cervello quando assorbe le radiazioni elettromagnetiche di deteminate lunghezze d'onda e intensità contenute nella luce.

Questa, essendo la somma di tutte le frequenze visibili, è complessivamente bianca mentre a ciascuna singola frequenza che la costituisce è associato un colore differente.

Il colore visto dall'occhio umano, per quanto riguarda i corpi che non emettono luce propria, deriva dal fatto che il corpo osservato assorbe tutte le frequenze o lunghezze d'onda dello spettro visibile riflettendone una o più che, mescolate tra loro, danno vita al colore percepito dall'occhio umano.
Nei due casi estremi un corpo appare bianco se riflette tutte le lunghezze d'onda mentre appare nero nel caso in cui le assorba tutte senza riemetterne alcuna, in tutti gli altri casi si  “genererà” un colore.

Nel caso invece in cui un corpo emetta luce propria (ad esempio le stelle) la radiazione elettromagnetica emessa è proporzionale alla sua temperatura. Se il corpo è sufficientemente caldo parte della radiazione risulta visibile generando una luce che varia dal rosso al blu passando per il giallo, il bianco e l'azzurro.

(In foto: onde  elettromagnetiche, fonte Google)

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